Circolare Marzo 2017 - Falso e brutale

Nel corso dei recenti negoziati per concedere nuovi prestiti alla Grecia non è mai stato davvero chiarito cosa ci fosse davvero in ballo. In tutto il paese non ci sono più  contratti collettivi di lavoro ad eccezione che nel settore della fornitura di energia, ancora sotto il controllo statale. Altrimenti chiunque cerchi lavoro deve contrattare singolarmente il proprio salario col datore di lavoro – considerando il fatto che la disoccupazione è al 26% (e per i giovani al 40%) significa che il padrone detta le condizioni. Ora Schäuble e il Fondo Monetario Internazionale stanno cercando un ulteriore taglio delle pensioni e la privatizzazione finale del settore dell’energia come condizione per garantire futuri prestiti. Saranno persi anche lì altri accordi salariali. E prezzi più alti per elettricità e gas aumenteranno la povertà in questo paese che è già stato spremuto fino all’osso.

 Falso e brutale

Perchè in questo paese nessuno parla di come quella che è oggi la Grecia altamente indebitata sia finita in questa trappola del debito sovrano? Il film „Chi salva chi“ dimostra che i fondi derivanti dalla manovra di salvataggio del Marzo 2012 alla quale è stato costretto il paese, per un valore di oltre 250 miliardi di €, sono stati utilizzati quasi esclusivamente per salvare le banche del mondo. Se la Grecia non fosse stata costretta ad accettare questa manovra di salvataggio delle banche, il debito sovrano greco si aggirerebbe intorno al 72% del PIL – più o meno come quello tedesco! Ma col salvataggio forzato le nazioni europee oggi possono essere trattate come colonie, dove si possono attuare tutti gli esperimenti neoliberisti sognati da Schäuble e dal Fondo Monetario Internazionale.

La follia imperversa nel mondo

Un mercato del lavoro totalmente deregolamentato, che lascia in primis i lavoratori senza speranza, sembra il modello da seguire per gli USA. Il ministro del lavoro voluto da Trump Andrew Puzder, milionario e proprietario di una catena di fast food, è sempre stato contrario al salario minimo. Ora deve fare un passo indietro e lasciare la carica a causa di una polemica sorta per aver dato impiego ad un’immigrata clandestina, e non a causa delle sue opinioni in merito alla regolamentazione del mercato del lavoro. E’ improbabile che il suo successore sia diverso. Il governo Trump ha già fatto sapere che farà ribaltare le regole centrali del mercato finanziario. Il Frankfurter Allgemeine Zeitung che difficilmente può essere accusato di essere ostile nei confronti delle imprese ha dichiarato al riguardo: "Ora le banche - che sono più grandi che mai - saranno libere di agire come mai prima d'ora. E in caso di emergenza, avranno i loro amici alla casa bianca. Questo è qualcosa di veramente spaventoso ".

 I regolamenti rappresentano i limiti e le responsabilità delle grandi imprese nei confronti della società. Chiunque si liberi da tali norme si diffonderà solo miseria e disperazione.

 "Ma in Germania stiamo meglio"

Nel 2003 il governo rosso-verde di Gerhard Schröder è stato il primo in Europa a deregolamentare il mercato del lavoro, riducendo i diritti dei lavoratori tramite nuove forme di precarietà nel tempo, nella durata,   nella retribuzione e nella stessa titolarità del rapporto di lavoro. Questo è stato molto vantaggioso per l'industria di esportazione tedesca. La Spagna, la Francia, il Portogallo e la Grecia con le loro settimane di 35 ore, l'Italia con le sue rigide regole sulla sicurezza del lavoro, non erano in grado di tenere il passo allora, e non sono in grado di farlo nemmeno oggi. E noi tedeschi, stiamo meglio rispetto al passato? La maggior parte di noi no. La vita, in particolare per i giovani, è più stressante e precaria.  E non è meglio per gli altri cittadini europei. Nel 2010 l'Unione europea ha tenuto il "semestre europeo". Gli stati si sono impegnati a  ridurre i benefits legati al lavoro e a creare migliori condizioni di lavoro per le aziende – con sanzioni da parte dell’UE a chi non si fosse adeguato.  La Commissione Europea tiene sotto controllo tutti i 28 paesi membri dell'UE con audit annuali. Essi intervengono nel mercato del lavoro e nelle politiche del mercato del lavoro, non solo in Grecia, Cipro, Spagna, Finlandia e Portogallo. Anche Italia e Francia sono state spinte a riformare radicalmente le leggi che regolamentavano il loro mercato del lavoro.

 Dobbiamo sollevarci contro questa deregolamentazione generale!

La maggior parte dei cittadini europei hanno perso in termini di sicurezza sociale e sono stati spinti a competere l'uno contro l'altro sotto ogni aspetto della propria vita. Ma non è vero che non c’è alternativa. La democrazia può avere una chance solo se i cittadini comprendono il loro interesse. "In balia del mercato” può essere uno strumento per raggiungere lo scopo.